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17. dicembre 2024

Consulenza politica | Parere

Omologare prodotti fitosanitari a basso rischio provenienti dall’UE anziché creare maggiori rischi per l’uomo e l’ambiente

L’attuale revisione della legge sull’agricoltura (Iv. Pa. Bregy) prevede di introdurre in Svizzera una «procedura di omologazione semplificata» per i prodotti fitosanitari provenienti dai quattro Paesi confinanti con la Svizzera, dal Belgio e dai Paesi Bassi. La VSA respinge la revisione della legge e propone che si riprenda la revisione da capo, partendo dal presupposto che vengano selezionati specificamente i prodotti fitosanitari a basso rischio dalla gamma di prodotti fitosanitari dell’UE che non sono ancora stati omologati in Svizzera.

L’iniziativa parlamentare «Consentire in Svizzera una protezione dei vegetali moderna» del consigliere nazionale Bregy ha sostanzialmente l’obiettivo di introdurre in Svizzera una «procedura di omologazione semplificata» per i prodotti fitosanitari provenienti dai quattro Paesi confinanti con la Svizzera (Italia, Francia, Germania e Austria), dal Belgio e dai Paesi Bassi. Si vuole in tal modo accelerare l’autorizzazione dei prodotti fitosanitari (PF) in Svizzera e consentire una «protezione dei vegetali moderna». Il motivo principale della revisione è che sono attualmente in sospeso 600-700 domande di PF.

La VSA teme un livellamento della protezione dell’acqua verso il basso

La procedura di omologazione attualmente in vigore non è stata in grado di impedire che molte acque di falda in Svizzera venissero contaminate con la presenza di pesticidi e dei loro prodotti di degradazione. Sulla base dei risultati delle campagne di misurazione condotte dalla Confederazione, dai Cantoni e dalle aziende dell’acqua potabile, si ritiene che nel 2020 ben un milione di consumatori abbiano ricevuto acqua potabile non conforme ai requisiti legali relativi ai metaboliti del clorotalonil. Da allora si sono aggiunte ulteriori sostanze problematiche (ad es. il metolaclor e più di 20 composti fluorurati), la cui presenza è stata riscontrata in maniera diffusa. In regioni adibite all’agricoltura intensiva le concentrazioni di pesticidi e dei relativi prodotti di degradazione sono superiori a 0,1 microgrammi per litro persino nel 70 percento delle stazioni di misurazione. Questo andamento è da anni causa di particolari preoccupazioni.

La VSA è del parere che la revisione comporti nuovi rischi e costi di esecuzione

Invece di affrontare il problema, l’attuale revisione della legge sull’agricoltura (LAgr) creerebbe, secondo la VSA, ulteriori rischi per la salute umana, l’acqua e la biodiversità. Aumenterebbero inoltre i costi per la sostituzione e il risanamento delle captazioni d’acqua potabile contaminate. Dal momento che i rivenditori di pesticidi potrebbero richiedere in Svizzera autorizzazioni per i prodotti fitosanitari provenienti da uno dei sei Paesi membri dell’UE sopra indicati, c’è il rischio che in Svizzera prevalga lo standard sanitario e ambientale più basso di questi sei Paesi (e due zone climatiche). Nel nostro Paese potrebbe così prendere il via una «corsa al ribasso» con l’erosione continua dello standard di protezione.

La VSA rifiuta decisamente la revisione della legge

  1. La VSA è del parere che la revisione della LAgr vada nella direzione fondamentalmente sbagliata e possa compromettere ancor di più la salute umana, la qualità delle acque, l’acqua potabile e la biodiversità; per questo motivo la respinge con decisione. La VSA propone di riavviare la revisione.
  2. Una protezione moderna delle piante è importante per la VSA. Per questo motivo proponiamo di riavviare il progetto con la seguente premessa: insieme all’UFAM, all’UFAG, alla SECO, ai rappresentanti dell’ambiente e dell’agricoltura l’USAV dovrà selezionare in maniera mirata i prodotti fitosanitari a basso rischio all’interno della gamma dei PF dell’UE che non sono ancora omologati in Svizzera. Particolare attenzione dovrà essere prestata anche all’effetto di questi pesticidi sugli anfibi (circa l’80% degli anfibi in Svizzera è minacciato di estinzione).

Un simile iter è da preferire rispetto alla procedura di omologazione semplificata finora prevista, che comporta il rischio che in Svizzera vengano omologati altri pesticidi altamente problematici. Occorre inoltre far sì che l’agricoltura sia sviluppata maggiormente nell’ottica di favorire una maggiore resilienza e una minore dipendenza dai prodotti chimici.

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