I corsi d’acqua in secca sono preziosi dal punto di vista ecologico. Offrono spazio vitale per le specie altamente specializzate e spesso a rischio di estinzione. Già oggi alcuni corsi d’acqua si prosciugano in modo naturale o a causa dell’uomo. Con il cambiamento climatico, altri corsi d’acqua nell’Altopiano centrale e nel Giura saranno temporaneamente in secca. Nel maggio 2023 il CC Corsi d’acqua ha organizzato uno scambio di esperienze con professionisti dell’ecologia delle acque e dello smaltimento delle acque urbane.
Negli ultimi tempi la VSA riceve un numero sempre maggiore di richieste di informazioni su come valutare l’immissione di acque di scarico miste o meteoriche nei corsi d’acqua in secca. Il Modulo G della direttiva VSA «Gestione delle acque di scarico in tempo di pioggia» non copre questi casi (2022). Durante lo scambio di esperienze sono stati esaminati diversi aspetti alla luce di esempi concreti. È emerso che bisogna distinguere sostanzialmente tra due casi di immissione:
- Scarichi di acque di scarico miste e meteoriche in un corso d’acqua asciutto. Non esistono basi legali concernenti l’immissione di acque di scarico miste e meteoriche in corsi d’acqua in secca. Al momento, tali situazioni sono valutate come immissione in un corso d’acqua e non come infiltrazione. L’autorizzazione viene solitamente concessa nell’ambito del PGS, sulla base dei risultati delle simulazioni. Nel caso di immissioni in corsi d’acqua in secca, una possibile procedura prevede di effettuare una perizia basata sull’ecologia delle acque relativa al valore e alla sensibilità dei tratti dei corsi d’acqua. Su questa base si possono esaminare possibili misure come l’inoltro in un altro corso d’acqua o in un tratto di corso d’acqua, oppure in primo luogo l’inoltro all’IDA, se le capacità sono disponibili, oppure un pre-trattamento delle acque di scarico miste o meteoriche che vengono immesse.
- Il deflusso di un torrente è costituito per lo più da acque di scarico depurate dell’IDA. Questo caso è meglio disciplinato dall’Allegato 3 dell’OPAc. La decisione è di solito questione di ponderazione tra aspetti qualitativi e quantitativi. Negli esempi si è visto che, a seconda della situazione, un IDA è stato soppresso per cause qualitative oppure è stato ampliato con l’aggiunta di un’ulteriore fase di depurazione per motivi quantitativi.
Le domande a cui non è stato possibile rispondere durante lo scambio di esperienze, ma che sono rilevanti per il tema «Immissione in corsi d’acqua in secca», sono le seguenti:
- Come si possono valutare le ripercussioni sulle acque sotterranee?
- Come è possibile valutare la quantità di acqua che spetta naturalmente a un corso d’acqua (ad es. ci sono sorgenti utilizzate privatamente?).
- Quando si può parlare di un corso d’acqua in secca? Durante lo scambio di esperienze sono emerse due proposte: i) nell’arco di un anno non si verifica alcun affioramento superficiale e ii) al momento dello scarico il torrente è asciutto.
Nel corso delle discussioni, i professionisti presenti sono giunti alla conclusione che, al momento, non ha senso né sarebbe realistico creare un metodo di valutazione uniforme, in particolare perché, in genere, si tratta di singoli casi. Sarebbe tuttavia utile raccogliere esempi concreti e documentare le decisioni. Inoltre, molti hanno accolto con favore una «checklist» per una procedura di valutazione dei punti di immissione e per stabilire le priorità nelle misure. Dovranno essere definiti alcuni aspetti legali, come ad esempio se si tratta di infiltrazione e se, di conseguenza, è necessaria una procedura di pre-trattamento.
Nei prossimi anni la VSA cercherà di raccogliere esempi concreti e, soprattutto, le decisioni su come gestire le immissioni in corsi d’acqua in secca. Chiediamo pertanto di inviare le informazioni disponibili al CC Corsi d’acqua.
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