Irene Wittmer, la piattaforma VSA «Qualità dell’acqua» esiste dal 2015. Quali sono i suoi compiti e quelli dei suoi collaboratori?
Il nostro lavoro si concentra sui microinquinanti e sullo stato biologico delle acque superficiali. In questo settore promuoviamo la trasmissione delle conoscenze, lo scambio di esperienze e chiariamo le questioni in sospeso.ons en suspens.
Concretamente, come me lo posso immaginare?
Trattandosi di una piattaforma, raccogliamo le conoscenze più recenti.  Attualmente, per esempio, stiamo identificando sostanze rilevanti per le acque, come determinati pesticidi, ma anche farmaci e prodotti chimici industriali, affinché questi vengano esaminati in futuro nei corsi d’acqua in Svizzera. Ma anche i metodi di rilevamento biologico devono essere adattati in base alle nuove conoscenze e alle nuove sfide, ad esempio il cambiamento climatico, e nell’ambito del SMG gestiamo o portiamo avanti questo tipo di studio.
Le conoscenze acquisite sono accessibili agli interessati?
Naturalmente, questo fa parte del nostro incarico. Allestiamo le conoscenze acquisite e le mettiamo a disposizione di altri professionisti in forma idonea, per esempio come articoli specializzati o relazioni, ma anche tramite richieste dirette. Ogni anno rispondiamo dalle cinquanta alle cento richieste sulla qualità dell’acqua.
Suona come un lavoro scientifico su vasta scala, o forse l’impressione inganna?
Considero molto importante lo scambio di esperienze e conoscenze con colleghe e colleghi, che si tratti dei servizi cantonali specializzati, dei servizi federali o di uffici tecnici ed ecologici. Un aspetto fondamentale è inoltre lo scambio con i ricercatori. È pertanto molto importante localizzare i nostri posti di lavoro all’Eawag ed essere integrati nel mondo della ricerca. Oltre ai diversi gruppi, conta anche lo scambio oltre i confini linguistici, che riusciamo a realizzare grazie a due collaboratori francofoni e all’ufficio VSA nella Svizzera romanda.
Tutti i partecipanti beneficiano dello scambio di conoscenze e di esperienze?
Sì, decisamente. Da una parte, come già detto, mettiamo a disposizione le conoscenze raccolte. Dall’altra diversi Cantoni, il settore della ricerca scientifica e alcuni uffici hanno maturato esperienze importanti nell’analisi delle acque superficiali, il che ci aiuta a fare un rilevamento della situazione in Svizzera e a proporre piani di monitoraggio accettati su scala nazionale. In questo modo supportiamo le operazioni di rilevamento della qualità delle acque svolte dalla Confederazione e dai Cantoni (NAWA) e insieme all’UFAM gestiamo il sistema modulare graduale, la raccolta di metodi per il rilevamento e la valutazione della qualità dell’acqua.
E nell’ambito di questa collaborazione emergono nuove problematiche?
Esatto. In collaborazione con gli operatori del mondo della ricerca e con le autorità individuiamo le domande in sospeso correlate al rilevamento e alla valutazione della qualità dell’acqua. Rispondiamo inoltre alle domande che emergono dai CC della VSA in relazione al monitoraggio dei microinquinanti nei corpi idrici o allo stato biologico degli stessi. In base alla complessità delle problematiche, le questioni vengono esaminate direttamente dai collaboratori della piattaforma oppure vengono avviati e affiancati progetti, a volte anche nella ricerca.
Grazie per la conversazione.
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Irene Wittmer ha studiato scienze naturali e ambientali al Politecnico Federale di Zurigo e ha conseguito il dottorato all’Eawag. Ha quindi lavorato come collaboratrice scientifica per l’UFAM e l’Eawag. Dal 2015 gestisce la piattaforma Qualità dell’acqua della VSA con cinque collaboratori.
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