Per secoli la sistemazione dei corsi d’acqua aveva come unico obiettivo la protezione contro le piene e il recupero del terreno e, con esso, la canalizzazione se non addirittura l’interramento dei corsi d’acqua corrente. Un cambiamento di paradigma è avvenuto solo con la legge sulla sistemazione dei corsi d’acqua del 1991: Gli interventi sui corsi d’acqua devono per quanto possibile rispettare o eventualmente ricostituire il tracciato naturale. Questa norma decisamente chiara viene spesso attuata concretamente solo in forma parziale, a causa dei conflitti per il terreno necessario.
La revisione della legge sulla sistemazione dei corsi d’acqua, attualmente in corso, sarebbe l’occasione ideale per ottenere, attraverso i sussidi federali, una maggiore spinta al ripristino di una parte dei valori naturali e degli habitat originali. Purtroppo la Confederazione non prevede alcun cambio di rotta: il «contributo di base» per i progetti di sistemazione dei corsi d’acqua che soddisfano i requisiti minimi continua a essere fissato al 35%. Perché, con i soldi pubblici, si deve incentivare ciò che da 30 anni rappresenta lo standard minimo richiesto dalla legge?
L’Accademia svizzera di scienze naturali (scnat) consiglia di collegare i sussidi per la protezione contro le piene alle misure di promozione della biodiversità . Si richiede pertanto una legge sulla sistemazione dei corsi d’acqua nella quale non sia più fatta distinzione tra protezione contro le piene e rivitalizzazione. I sussidi devono di conseguenza essere orientati a «maggiori prestazioni» per la natura e il paesaggio, la biodiversità , l’habitat, le reti ecologiche e la prevenzione dei danni. Il semplice rispetto dei requisiti minimi non viene più premiato.
Per poter attuare progetti esemplari, la Confederazione deve all’occorrenza fornire sostegno tecnico e finanziario alle attività di pianificazione e progettazione delle organizzazioni tenute all’obbligo della sistemazione dei corsi d’acqua. Risolvere i conflitti riguardanti il terreno necessario, superare le ostruzioni e trovare buone soluzioni con i proprietari fondiari interessati sono attività che richiedono molto tempo e know-how, risorse troppo poco presenti proprio nei piccoli comuni.
Con questi incentivi è possibile dare attuazione a un numero maggiore di progetti rispetto a oggi; progetti che, in termini di efficacia ecologica, superano di gran lunga le esigenze legali. Grazie ad essi è possibile assicurare che, da ogni progetto di sistemazione dei corsi d’acqua, si tragga il massimo per la natura e la biodiversità , senza naturalmente trascurare la limitazione dei rischi.
Ciò è assolutamente necessario anche alla luce della menzionata distruzione dei precedenti hotspot di biodiversità e della grande perdita di specie. Abbiamo bisogno di spazio sufficiente per corpi d’acqua resilienti in armonia con la natura, con numerosi elementi strutturali, habitat e piante legnose ripuali che fanno ombra. Solo così è possibile gestire le alluvioni, sempre più numerose a causa del surriscaldamento climatico, e contenere la perdita di specie. Non deve più succedere che vengano pagati sussidi senza una vera e propria prestazione aggiuntiva!
P.S.: il termine per la procedura di consultazione è il 14 luglio 2021.
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