Già alla fine degli anni '80 i politici avevano posto l'obiettivo di ridurre del 50% rispetto al 1985 le immissioni di azoto per il trattamento delle acque di scarico. Per questo, in seguito molti grandi IDA sono stati potenziati per la nitrificazione/denitrificazione. Oggi, il carico di azoto trattato in tutti gli IDA è di circa 40.000 tonnellate all'anno [t/a], di cui vengono eliminate circa 20.000 t/a. I requisiti di legge vengono rispettati in modo comprovato e l'obiettivo politico della riduzione del carico è stato raggiunto. Il problema è risolto.
Diverso è per l'agricoltura: negli anni '90 le perdite di azoto dall'agricoltura sono state ridotte da circa 130.000 t/a a circa 110.000 t/a, ma da allora è subentrata una fase di stagnazione. Siamo lontani mille miglia sia dagli obiettivi intermedi, sia dall'obiettivo a lungo termine di una riduzione del 50%. In oltre il 40% di tutti i siti di monitoraggio delle acque sotterranee sono stati superati i requisiti in materia di nitrati previsti dall'ordinanza sulla protezione delle acque. Il problema è rimasto irrisolto da anni per molte aziende dell’acqua potabile.
Lo stesso vale per l'azoto «nell’aria»: gli ossidi di azoto, che provengono principalmente dal traffico e dagli impianti di riscaldamento, sono diminuiti del 60% tra il 1985 e il 2016 e sono ora al di sotto delle 20.000 t/a. Le emissioni di ammoniaca, che provengono quasi esclusivamente dall'agricoltura, sono state ridotte solo del 15% circa e dagli anni '90 sono rimaste a oltre 50.000 t/a, un fattore di due volte superiore all'obiettivo fissato 30 anni fa. È quindi evidente una necessità di intervento soprattutto nell’agricoltura.
Idem per i microinquinanti: con il continuo potenziamento degli impianti di depurazione delle acque di scarico (IDA) sia i corpi d’acqua particolarmente inquinati, sia quelli sensibili vengono alleggeriti in modo mirato con una riduzione del carico di oltre il 50%. I deficit della protezione delle acque attribuibili agli IDA vengono risolti in modo efficiente. Ciò che non è risolto sono i superamenti dei valori limite nelle acque sotterranee e nei piccoli corsi d'acqua. Questi problemi possono essere risolti solo con provvedimenti da adottare nell’agricoltura.
In linea di principio la VSA è favorevole a qualsiasi riduzione delle immissioni di sostanze e concorda pertanto sulla necessità di ottimizzare gli impianti di depurazione delle acque di scarico e di ridurne ulteriormente le immissioni di azoto. La VSA è inoltre d’accordo a potenziare ulteriori IDA con un livello MI, se non saranno rispettati ovunque i nuovi requisiti numerici per pesticidi e farmaci stabiliti nell'aprile 2020. Allo stesso tempo la VSA si aspetta che l’agricoltura agisca di conseguenza e che si impegni finalmente in modo concreto a ridurre progressivamente le immissioni di sostanze.
La VSA sta contattando alcuni politici selezionati e scriverà a tutti i membri del Consiglio Nazionale per assicurarsi che il Parlamento smascheri le due mozioni per quello che sono: evidenti manovre diversive messe in atto dall’Unione dei contadini per distogliere l’attenzione dai propri problemi. Allo stesso tempo, la VSA solleciterà il Consiglio Nazionale ad affrontare la problematica dei nutrienti e dei pesticidi nell'ambito dell'iniziativa parlamentare "Ridurre il rischio associato all’uso dei pesticidi", ripristinando la versione originale (e non annacquata) della Commissione del Consiglio degli Stati.
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