Inoltre, sono rappresentati diversi profili professionali, tra cui tecnologi per lo smaltimento delle acque, addetti agli impianti di depurazione, ingegneri edili e ambientali, biologi, ecologi ed economi, dagli specialisti ai docenti – e l’elenco potrebbe proseguire a lungo. In sintesi, siamo un’associazione professionale molto variegata, con un compito comune e un obiettivo unico: siamo tutti impegnati per avere acque sane e vive che, se possibile, vorremmo consegnare alle generazioni future in condizioni migliori di come le abbiamo trovate.
Nel Comitato VSA cerchiamo di tenere conto di questa eterogeneità con rappresentanti di diversi indirizzi e organizzazioni. Non è così facile, perché bisogna tenere conto anche delle regioni, dell’età e della rappresentanza di genere in modo equilibrato.
L’obiettivo ci unisce, ma il COME non di rado porta a discussioni impegnative. Sì - e forse dobbiamo allargare maggiormente la discussione su questo COME all’interno della VSA, includendo anche altre discipline come la pianificazione territoriale, l’architettura o la protezione delle acque sotterranee.
Sono convinto che, in questo modo, potremo creare un valore aggiunto che non solo andrà a vantaggio della protezione delle acque, ma consentirà anche uno sviluppo sostenibile degli insediamenti e darà un contributo a raggiungere il «saldo netto pari a zero» delle emissioni di gas serra.
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