Il 12 dicembre 2019 il rinnovato Consiglio nazionale ha deciso, in seguito all’iniziativa parlamentare Jans, d’introdurre modifiche di legge atte a garantire una protezione coerente delle acque sotterranee, dell’acqua potabile e delle acque di superficie da pesticidi che si sono dimostrati nocivi (zig). Nella composizione precedente aveva respinto un controprogetto all’iniziativa sull’acqua potabile.
Solo una settimana dopo questa felice decisione il Parlamento ha accolto l’iniziativa parlamentare Rösti (zag!). Secondo tale iniziativa, in caso di rilascio di una nuova concessione, i gestori delle centrali elettriche non devono più compensare con misure di ripristino o sostitutive i beni ambientali andati distrutti. Gli interventi nella natura, che con l’ex concessione erano espressamente consentiti per la durata della concessione, sono ora possibili senza un risarcimento adeguato.
Se questa disposizione di legge è costituzionale lo stabilirà il Tribunale federale che riesce sempre a sorprendere con decisioni coraggiose e perspicaci. Solo recentemente, con la sua sentenza di principio sulla centrale elettrica Hammer ha segnato la fine dei diritti obbligatori sull’acqua, rinforzando in tal modo la protezione delle acque e lo stato di diritto.
Resta da sperare che, nell’imminente dibattito sulla politica agricola a partire dal 2022, sull’iniziativa parlamentare «Ridurre il rischio associato all’uso di pesticidi» o la mozione Moser «Migliore protezione dell’acqua potabile tramite l’inasprimento dell’omologazione», il nuovo Parlamento federale torni ad andare avanti (zig). Quale paese se non la Svizzera può permettersi di fare un uso sostenibile delle proprie risorse – tra cui il suolo e l’aria oltre all’acqua?
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