I titoli delle mozioni e delle iniziative parlamentari promosse da esponenti politici borghesi suonano credibili. Ad esempio, Matthias Bregy del Centro vuole consentire una «protezione dei vegetali moderna in Svizzera», mentre Leo Müller, sempre del Centro, chiede un «monitoraggio realistico della protezione delle acque». E con la sua mozione «Richiesta di revisione al ribasso dell’obiettivo di riduzione delle perdite di sostanze nutritive», Johanna Gapany del PLR ha ottenuto che in una regione intensamente sfruttata a scopo agricolo come l’Altopiano si debba continuare ad accettare un livello di nitrati troppo elevato nelle falde acquifere. Non sorprende che i titoli di queste mozioni e iniziative parlamentari abbiano un carattere quasi eufemistico. Infatti, se le si chiamasse con il loro nome, bisognerebbe ricordare che tutte queste proposte hanno lo scopo di sminuire la tutela della nostra principale risorsa di acqua potabile, ossia le acque sotterranee, favorendo la produzione agricola. Così, con «protezione dei vegetali moderna» i firmatari dell’iniziativa parlamentare intendono che in futuro la Svizzera dovrà consentire l’uso di pesticidi senza alcuna verifica se questi ultimi sono già stati autorizzati in un Paese dell’UE. Non è tuttavia chiaro cosa ci sia esattamente di «moderno» in questa proposta. Anche chi promuove la mozione per un «monitoraggio realistico», in realtà vuole solo ostacolare il lavoro del Consiglio federale prima che possa verificare l’omologazione di un pesticida che contamina in modo comprovato le nostre acque.
Nel 2021, alla luce dell’esito dell’iniziativa per l’acqua potabile e dei rapporti dei media sulla contaminazione delle falde acquifere da parte dei prodotti di degradazione del clorotalonil, il Parlamento aveva introdotto misure a favore della protezione delle acque. Da un lato, aveva adottato uno schema di riduzione delle perdite di sostanze nutritive e dall’altro aveva deciso di diminuire i rischi associati all’uso di pesticidi. Con una tattica dei piccoli passi, ora il Parlamento dominato da partiti del centro-destra sta annullando gradualmente i miglioramenti alla protezione delle acque sotterranee. Per prima cosa, lo schema di per sé già poco ambizioso di riduzione delle perdite di azoto è stato ridotto dal 20 al 15%, nonostante le falde acquifere, soprattutto nell’Altopiano, siano contaminate da nitrati da 40 anni. Ora, secondo la volontà del Parlamento, la Svizzera deve adottare decisioni di omologazione per prodotti fitosanitari provenienti dai Paesi dell’UE senza sottoporli a controlli. In questo modo aumentano notevolmente i rischi associati all’uso di pesticidi, poiché le autorità elvetiche non hanno più la possibilità di imporre restrizioni d’uso che soddisfino le condizioni specifiche presenti in Svizzera.
Anziché compromettere progressivamente la tutela preventiva delle acque, sarebbe opportuno discutere a fondo di come la Svizzera potrà in futuro fornire alle consumatrici e ai consumatori acqua potabile di qualità e in quantità sufficiente. Se la contaminazione delle acque sotterranee con sostanze chimiche come i nitrati o i prodotti di degradazione dei pesticidi continuerà come av-venuto finora, tra qualche anno non potremo più evitare il trattamento in più stadi delle acque sotterranee. Di conseguenza, nell’Altopiano rimarranno solo pochi grandi impianti di approvvigio-namento a rifornire intere regioni con acqua potabile interamente trattata, una situazione che in Olanda conoscono molto bene. Per i piccoli approvvigionamenti idrici, infatti, non si prendono nemmeno in considerazione dispendiosi processi di depurazione. Occorre quindi decidere in via di principio se la Svizzera intende percorrere questa strada o se più di 2500 approvvigionamenti idrici, in parte piccoli e piccolissimi, continueranno a produrre acqua a livello locale per il proprio comu-ne, da distribuire sotto forma di acqua potabile naturale senza alcun trattamento o solo dopo un trattamento rispettoso dell’ambiente, oppure se i comuni debbano rinunciare alla loro autonomia in materia di approvvigionamento di acqua potabile a favore di una soluzione centralizzata.
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