La trasformazione del sistema energetico è un compito arduo e più urgente alla luce dei cambiamenti climatici. Ancora più sorprendente il fatto che proprio in Svizzera stiamo portando avanti un dibattito apparentemente infinito sulla tecnologia «giusta» per il futuro. La soluzione è rappresentata dalle centrali nucleari o dai parchi solari ed eolici? La risposta sta nell’energia geotermica o serve più biogas? L’idrogeno verde può colmare la carenza energetica in inverno o servono più bacini artificiali?
Tutte queste tecnologie riducono le emissioni di CO2, ma presentano anche svantaggi e limitazioni. Poiché le energie rinnovabili dipendono dal sole e dal vento, non possono coprire il fabbisogno energetico quotidiano e per la produzione hanno bisogno di terre rare che vengono estratte in condizioni a volte discutibili e ci rendono dipendenti dai Paesi con grandi giacimenti. Per quanto riguarda i reattori ad acqua leggera, la tecnologia attualmente più sperimentata per le centrali nucleari, la questione del deposito di stoccaggio definitivo rimane irrisolta anche a oltre 50 anni dalla messa in funzione del primo reattore nucleare in Svizzera. Le nuove tecnologie sono agli albori e hanno tempi di consegna incalcolabili. I bacini artificiali causano un’enorme interferenza con il paesaggio e l’energia geotermica è legata ad alcune incertezze. Se si deve ricavare l’idrogeno verde da energia rinnovabile mediante elettrolisi, bisogna mettere in conto perdite di conversione e...
Attualmente discutiamo se la soluzione sia l’energia atomica o più energia solare ed eolica. Ma se vogliamo realizzare la transizione energetica, dovremo convivere con un cocktail di tecnologie. Si tratta di enormi quantità di energia che non possono essere sostituite da una sola tecnologia. Non ci sarà nemmeno un miracolo tecnologico. Nel prossimo futuro non potremo contare su energia illimitata proveniente da un reattore a fusione. Semmai, dovremo convivere con gli svantaggi delle singole tecnologie. Bisognerà valutare come compensare i rispettivi svantaggi e limitare i rischi. Anziché mettere le tecnologie l’una contro l’altra, dovremmo concentrarci sul modo in cui integrarle perché possano contribuire alla neutralità climatica entro il 2050.
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