Viaggiare con il gas a impatto neutro sul clima: dato per morto e rinato

Nel grande parlare di elettromobilità nella discussione pubblica si è praticamente persa ogni traccia della mobilità a gas. Anche tra i rappresentanti del settore del gas si è nel frattempo diffusa una massima degli indiani Dakota: «Quando scopri che stai cavalcando un cavallo morto, la cosa migliore è scendere».

Martin Sager

Mi ha fatto grande piacere sentire la NZZ domenica 29 settembre 2018 riferire del progetto di ricerca Power-to-Gas della scuola universitaria di tecnica di Rapperswil (HSR), grazie al quale si produce un metano sintetico e rispettoso dell'ambiente, partendo dall'energia solare, dall'acqua e dalla CO2. Questo gas «sintetico» può essere utilizzato per il rifornimento di veicoli a gas o immesso nella rete locale di gas naturale. Le particolarità di questo progetto sono una gestione intelligente del calore e l'elettrolisi ad alte temperature, con un rendimento decisamente maggiore e, quindi, una migliore redditività. Con il sostegno del settore svizzero del gas e di altri partner di progetto del mondo della ricerca e dell'economia questa nuova tecnologia verrà provata e verificata in condizioni industriali.

Questi esempi mostrano che nel campo della mobilità ci sono alternative molto promettenti ai motori elettrici. Utilizzando la corrente eccedente per produrre il metano, tra breve i veicoli a gas potrebbero circolare senza impatto sul clima. Questo sviluppo si sposa perfettamente con il lavoro della sottocommissione SSIGA G-UK3 «Stazioni di rifornimento e veicoli», che sta al momento rielaborando la direttiva G9 «Direttiva per stazioni di rifornimento e apparecchi di rifornimento a gas metano». Tutta l'attenzione verte sull'armonizzazione con le norme europee. La revisione delle regole della tecnica riconosciute potrebbe diventare alla fine un importante trampolino di lancio per sfruttare le opportunità offerte dalla mobilità a gas.

Cordiali saluti

Martin Sager, Direttore