All’incontro annuale tra la SVGW e l’USAV, che si è tenuto a fine ottobre nella città di Berna, hanno preso parte per conto delle autorità Michael Beer (Vice direttore, responsabile della divisione Derrate alimentari e nutrizione), Mark Stauber (responsabile del settore Igiene delle derrate alimentari) e Christian Schätti (collaboratore scientifico). A rappresentare la SVGW erano presenti Rolf Meier e Margarete Bucheli. Subito all’inizio l’attenzione si è concentrata sull’impatto che l’UE esercita sulla situazione in Svizzera. A oggi praticamente nessuna innovazione o modifica risultante dalla direttiva UE sull’acqua potabile 2020/2184 è stata recepita nell’ordinanza sull’acqua potabile e sull’acqua per piscine e docce accessibili al pubblico (OPPD). Tuttavia, secondo i rappresentanti dell’USAV si attendono presto gli adeguamenti del caso.
In occasione di una prossima revisione degli allegati 1–3 dell’OPPD – le modifiche sono attualmente attese per febbraio 2026 – si prevede che saranno abbassati i livelli massimi per le PFAS e il piombo e che saranno regolamentati nuovi parametri (microcistina LR e acidi aloacetici). Di particolare interesse per le aziende dell’acqua potabile sono i futuri valori massimi per le PFAS. In questo ambito si deve presumere che, in futuro, si dovrà rispettare il valore di 0,1 microgrammi per litro per la somma di 20 PFAS. I rappresentanti dell’USAV hanno più volte sottolineato che l’attuazione deve lasciare poco margine di manovra e di flessibilità .
Gran parte delle discussioni ha riguardato nel complesso il gruppo di PFAS e trifluoroacetati come pure i pesticidi e i relativi metaboliti. I rappresentanti dell’USAV hanno fatto notare che i regolamenti UE e le valutazioni tossicologiche dell’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) e dell’ECHA (European Chemical Agency) continueranno a essere recepiti e hanno spiegato che, in futuro, sarà probabilmente necessario trattare volumi di acqua più elevati.
Altri punti di discussione sono stati la questione della sorveglianza del mercato (comprese le competenze) per i prodotti del settore privato che entrano in contatto con le derrate alimentari ma che non possono essere chiaramente assegnati ai prodotti da costruzione (ad es. gli impianti per il post-trattamento dell’acqua potabile negli edifici) e la questione della definizione della competenza tecnica richiesta per il funzionamento degli impianti di approvvigionamento idrico di cui all’articolo 4 OPPD.
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