I ricercatori del settore idrico hanno recentemente presentato il rapporto «La cozza quagga: piano di monitoraggio e raccomandazioni per le misure di prevenzione e protezione» per conto dell'Ufficio federale dell'ambiente e del Comitato federale di esperti per la biosicurezza. Combinando i risultati della ricerca e l'esperienza pratica, il rapporto intende offrire alle autorità, alle aziende fornitrici di acqua, riscaldamento e raffreddamento e ad altri decisori proposte concrete per affrontare il problema della cozza quagga nelle acque svizzere. Il rapporto raccomanda misure rapide e complete per combattere la diffusione della specie, al fine di guadagnare tempo supplementare per le contromisure volte a proteggere i corpi idrici e le infrastrutture. Infine, ma non meno importante, gli autori del rapporto auspicano una maggiore ricerca.
Il rapporto mostra che la cozza quagga si sta diffondendo in Svizzera principalmente attraverso il trasporto di imbarcazioni da diporto. È qui che gli autori vedono la maggiore leva: per evitare che la cozza quagga prenda piede in acque precedentemente non interessate, sono più adatte misure di protezione di ampia portata, come la segnalazione e la pulizia obbligatoria delle imbarcazioni. Secondo gli autori, ciò contribuirebbe anche a prevenire l'introduzione e la diffusione di altre specie invasive, come la canna stretta, una pianta subacquea a crescita rapida, e il ghiozzo nero, una specie ittica invasiva. Infine, ma non per questo meno importante, esistono lacune nella conoscenza dell'attuazione della pulizia delle navi.
Oltre al controllo delle navi, i laghi non infestati dovrebbero essere esaminati almeno una volta all'anno con l'analisi del DNA ambientale. Ciò consentirebbe di individuare precocemente eventuali colonizzazioni. Secondo i ricercatori, ciò consentirebbe alle autorità competenti di reagire rapidamente e di verificare se le misure di protezione adottate sono sufficienti. Infine, ma non meno importante, gli autori ritengono che le segnalazioni del pubblico siano un importante elemento aggiuntivo.
Il tempo guadagnato con queste misure potrebbe essere utilizzato per preparare i sistemi infrastrutturali per quando la cozza quagga si diffonderà nel lago in questione. Filtri e scambiatori di calore possono proteggere le parti sensibili delle apparecchiature dall'adesione delle cozze, evitando così danni irreversibili a edifici e strutture.
Per comprendere le conseguenze a lungo termine sugli ecosistemi, la ricerca si sta attualmente concentrando sull'esperienza dei laghi nordamericani, dove la cozza quagga è arrivata 20 anni prima che in Europa. Tuttavia, secondo i ricercatori, c'è una grande necessità pubblica di una valutazione d'impatto specifica per le acque svizzere. A tal fine sono necessari ulteriori studi. Gli autori suggeriscono che i laghi già colpiti dovrebbero essere analizzati una volta all'anno come standard. I laghi selezionati che sono già stati analizzati in dettaglio dagli istituti di ricerca in passato dovrebbero essere monitorati in modo più approfondito, prelevando campioni in diverse posizioni e profondità ogni uno o due anni. Questi dati dettagliati potrebbero poi essere integrati nella pianificazione delle misure di prevenzione.
Il rapporto è il risultato di una collaborazione tra i ricercatori dell'istituto di ricerca acquatica Eawag e gli esperti del Cercle Exotique, un gruppo di lavoro della Conferenza degli Uffici cantonali dell'ambiente (KVU). Dal 1° aprile 2025, una nuova unità specializzata in cozze quagga dell'Eawag è il punto di contatto per i responsabili. È sostenuta finanziariamente dall'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM) e dall'Eawag.
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