Oltre al patrimonio edilizio e alla mobilità, l'industria è il terzo consumatore di energia. In Svizzera, ad esempio, ciò corrisponde a un consumo energetico finale annuo di circa 22 terawattora. I ricercatori dell'Empa vogliono quindi decarbonizzare il calore di processo ad alta temperatura utilizzando un processo di pirolisi che separa il carbonio presente nel gas naturale prima della combustione, generando così idrogeno. Il carbonio separato sarà utilizzato in polvere per applicazioni nell'edilizia e nell'agricoltura. Un impianto dimostrativo corrispondente è attualmente in fase di progettazione e sarà costruito a Zugo nei prossimi due anni.
Secondo i ricercatori, questo processo può essere sviluppato un ulteriore passo avanti verso un'impronta di carbonio negativa. Secondo l'EMPA, se si utilizza metano sintetico rinnovabile al posto del gas naturale fossile, le emissioni di CO2 diventano negative. Il bilancio si basa sull'ipotesi che la CO2 necessaria per produrre il metano sintetico venga estratta direttamente dall'atmosfera con un sistema di «cattura diretta dell'aria».
Il problema maggiore di questa variante è che il fabbisogno di energia primaria continuerebbe ad aumentare. "Naturalmente il fabbisogno di energia primaria di questo concetto è elevato, circa due volte e mezzo o tre volte superiore alla più efficiente produzione di idrogeno in Svizzera", ammette Christian Bach, responsabile del dipartimento Sistemi di trasmissione per veicoli dell'Empa. «Tuttavia, poiché nelle regioni desertiche è possibile generare da due a due volte e mezzo più elettricità per metro quadro di fotovoltaico rispetto a qui, questo approccio non richiede quasi più superficie fotovoltaica.»
Un'altra sfida è il costo. Tuttavia, se fosse possibile commercializzare il carbonio come materia prima per applicazioni non energetiche, l'intero processo potrebbe essere economicamente vantaggioso, secondo i ricercatori dell'Empa.
Il comunicato stampa e ulteriori informazioni sul sito web dell'Empa (solo in tedesco)
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