Le sostanze chimiche permanenti non possono essere degradate biologicamente, chimicamente o fisicamente nell'ambiente e rappresentano un rischio per la salute della natura e dell'uomo. Inoltre, la rimozione tecnica dall'acqua grezza è possibile solo a costi elevati. Per questo motivo, l'organizzazione EurEau ha scritto una lettera aperta al Presidente della Commissione europea per chiedere il divieto di questo gruppo di sostanze.
L'organizzazione EurEau, un'associazione di 37 fornitori di acqua in Europa, ha inviato una lettera aperta al Presidente dell'UE Ursula von der Leyen per chiedere il divieto dei PFAS. Nella lettera, EurEau afferma che il «Green Deal europeo» non potrà avere successo finché i PFAS saranno prodotti e utilizzati. Secondo EurEau, il divieto deve essere rapido e completo, poiché le persone e l'ambiente continueranno a essere esposti al rischio dei PFAS per decenni. L'Associazione dei fornitori di acqua concorda con la valutazione dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare e considera la produzione e l'uso dei PFAS un grave rischio per la salute.
La rimozione successiva dall'acqua non è un'opzione praticabile
Nell'ottica della sicurezza dell'acqua e del «Green Deal europeo», EurEau giustifica il divieto con diverse argomentazioni:
- La rimozione successiva dei PFAS dall'acqua grezza è tecnicamente molto impegnativa, causa molte emissioni di gas propellenti e i PFAS non possono ancora essere distrutti. L'uso dei PFAS rende impossibile l'obiettivo di un'economia circolare che includa i cicli dei nutrienti e del carbonio.
- La maggior parte del carbone attivo utilizzato per la successiva rimozione dei PFAS proviene dalla Cina. Questo porta a una dipendenza indesiderata per le infrastrutture critiche.
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