Signor Aicher, quanto sono sicuri i nostri prodotti fitosanitari?
I prodotti fitosanitari possono essere venduti solo se hanno ricevuto l’autorizzazione per l’immissione sul mercato dalle autorità competenti. L’omologazione viene concessa solo se il produttore può dimostrare in un ampio numero di studi richiesti dalla legge che, se usato correttamente, il pesticida è efficace contro erbe infestanti, insetti o funghi, ma non rappresenta un pericolo per le persone o l’ambiente. Quando il clorotalonil fu approvato per la prima volta negli anni Settanta, era stato classificato come sicuro secondo lo stato delle conoscenze scientifiche di allora.
Com’è possibile che qualcosa sia stato ritenuto sicuro per molto tempo e poi improvvisamente non lo sia più?
L’omologazione di un prodotto fitosanitario è limitata nel tempo. Nell’Unione Europea l’omologazione del clorotalonil è scaduta il 31 ottobre 2019. In vista di ciò, i produttori di clorotalonil hanno chiesto una proroga dell’autorizzazione per l’immissione sul mercato. Di conseguenza, il fungicida è stato riesaminato secondo le rigorose direttive attuali. La valutazione dei vecchi studi secondo i nuovi criteri di sicurezza ha portato a inserire la sostanza in una classe di pericolo più elevata rispetto al passato.
Cosa significa esattamente?
Finora c’era solo il sospetto che il clorotalonil potesse essere cancerogeno. Tuttavia, dopo aver rivalutato i vecchi studi sugli animali, si è giunti alla conclusione che il fungicida può provocare il cancro.
Il fungicida è quindi stato vietato sebbene non esistano nuovi studi?
La tossicologia è in continua evoluzione e questo porta anche a criteri normativi più rigorosi. Nella richiesta di rinnovo dell’autorizzazione mancavano dati richiesti dalla normativa vigente, che non erano invece necessari al momento della prima autorizzazione.
A preoccupare le aziende dell’acqua potabile è soprattutto la presenza di metaboliti nell’acqua potabile?
Sì, l’inserimento della sostanza originaria in una classe di pericolo per i tumori più elevata ha fatto sì che anche i metaboliti del clorotalonil entrassero automaticamente in una classe di pericolo più elevata. Si tratta di un processo attivato normalmente in assenza di studi che dimostrino che i prodotti di decomposizione di una sostanza originaria cancerogena non sono cancerogeni. Ciò non significa però che i metaboliti siano realmente cancerogeni. Questo dovrebbe essere prima esaminato da studi. La riclassificazione dei prodotti di degradazione in una classe di pericolo più elevata ha portato a classificare anche i prodotti di degradazione come rilevanti per la salute umana. Ora per i prodotti di degradazione nell’acqua potabile sono quindi applicati automaticamente valori massimi molto severi.
Quanto sono severi questi valori limite e come sono stati stabiliti?
La concentrazione massima di un singolo metabolita del clorotalonil nell’acqua potabile non può superare gli 0,1 microgrammi per litro. La quantità totale di tutti i metaboliti rilevanti non deve essere superiore a 0,5 microgrammi per litro. A titolo di paragone, 0,1 microgrammi per litro corrispondono a 1 millimetro su 10 000 chilometri. I valori limite per i metaboliti non derivano da studi sugli animali, ma riflettono il desiderio di avere acqua potabile più pulita possibile.
Cosa comporta il superamento di questo valore limite?
Il valore limite di 0,1 microgrammi per litro è estremamente basso e di per sé non consente di affermare che un suo superamento comporti danni alla salute, perché i valori limite non sono stati ricavati da dati relativi alla salute. Sono stati fissati anni fa, quando il limite di rilevabilità delle sostanze inquinanti nell’acqua era di 0,1 microgrammi per litro. Nel caso di concentrazioni inferiori
a 0,1 microgrammi per litro, l’acqua è stata quindi considerata priva di impurità .
Come tossicologo, oggi continuerebbe a bere l’acqua del rubinetto svizzera?
Certamente, la bevo tutti i giorni. L’opinione pubblica
ha l’impressione che la qualità dell’acqua continui a peggiorare, perché nell’acqua potabile vengono riscontrate sempre più sostanze. Ma questo è anche dovuto al fatto che i moderni metodi di analisi sono in grado di rilevare anche microinquinanti. Come tossicologo, ritengo tuttavia molto improbabile che questo rappresenti un rischio per la salute.
... è dottore in chimica e specialista in tossicologia. Dal 2010 lavora presso il Centro swizzero di tossicologia umana applicata ed è incaricato di corsi presso il Dipartimento di scienze farmaceutiche dell'Università di Basilea. In precedenza, ha ricoperto varie posizioni nell'ambito della ricerca e dello sviluppo, del marketing e dello sviluppo aziendale per varie aziende dell'industria chimico-farmaceutica.
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