Sono ormai passati 25 anni da quando fu redatto il documento precedente. Negli ultimi due decenni bisognava lavorare con una Direttiva ormai superata?
Joachim Lenzner: È esattamente la questione discussa durante la prima riunione del gruppo di lavoro, giungendo alla conclusione che in termini di contenuto e struttura la vecchia pubblicazione è ancora valida. Nel frattempo, soprattutto nel campo delle tecnologie dell’informazione, sono tuttavia subentrati notevoli cambiamenti e innovazioni che andavano integrati nella rielaborazione.
Quali aspetti avete integrato nella Raccomandazione e cosa vi aspettate da essi?
Abbiamo messo l’accento soprattutto sulla gestione e l’analisi dei dati, ora molto più specifiche e di facile utilizzo. Abbiamo inoltre prestato particolare attenzione affinché la maggior parte delle piccole e medie aziende dell’acqua potabile possa mettere in pratica le raccomandazioni in modo realistico e professionale, con il personale di cui dispongono. Il tema della sicurezza IT è stato integrato con le considerazioni sulla prevenzione e la configurazione. Oggigiorno ogni gestore deve essere consapevole che non è notevolmente migliorata solo la praticità di utilizzo dei sistemi, ma è aumentato anche il rischio per la vulnerabilità delle aziende.
Oggi esistono sistemi di misurazione molto efficienti. Ma come fanno i fornitori a scegliere il più idoneo?
Abbiamo volutamente evitato di fornire soluzioni specifiche, perché prima di decidere quale sistema adottare, il fornitore dovrebbe chiarire quali sono le sue condizioni locali e come intende organizzare la sua azienda. Con esperti interni ed esterni dovrebbe analizzare nei dettagli le soluzioni offerte dal mercato e decidere solo dopo un’attenta valutazione.
Consigliate di controllare la plausibilità dei valori misurati. Che cosa significa in concreto?
I dati misurati sono la base per una buona gestione dell’azienda. Nonostante la fiducia nel suo sistema, il fornitore dovrebbe sempre avere uno sguardo critico e chiedersi se i suoi dati sono affidabili. L’automazione funziona solo se funzionano i dispositivi di misurazione. Indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda, un distributore dovrebbe prestare molta attenzione agli strumenti di misurazione e al loro corretto funzionamento. Ad esempio, nel caso di un controllo del valore pH, potrebbe succedere che la sonda utilizzata produca nel tempo misurazioni sbagliate. Questo potrebbe portare a dosaggi errati, che poi conducono direttamente a un valore di pH completamente sbagliato. Affinché possa svolgere il suo compito a lungo termine, per il responsabile di un’azienda è fondamentale padroneggiare il funzionamento di base degli strumenti di misurazione, conoscere le possibilità di errore e la rispettiva fase di processo del trattamento.
Le vostre raccomandazioni riguardano anche la quantità di dati memorizzati. Ma ha ancora senso, viste le odierne capacità di memoria?
I progressi fatti nella raccolta e nella memorizzazione dei dati sono enormi. Lo spazio di memoria non costa molto e a volte si memorizzano i dati per sicurezza, spinti dalla paura che la documentazione rischi di essere considerata insufficiente. Si rischia però di creare dei cimiteri di dati, una marea di dati memorizzati ma inutilizzati per la docuÂmentazione o l’interpretazione. La Raccomandazione, con le sue dichiarazioni e i suoi allegati, vuole contribuire a ridurre al minimo questo «spazio cimiteriale».
La W1014 si rivolge in particolare alle piccole e medie AAP. Cosa deve fare la SSIGA per garantire che i distributori attuino la Raccomandazione?
Una Raccomandazione è efficace solo se raggiunge il target a cui si rivolge e se viene seguita. Nell’ambito del programma di formazione, la SSIGA dovrebbe far conoscere e presentare sistematicamente la W1014.
Lei lavora per un’azienda dell’acqua potabile con standard tecnici molto elevati. Ha comunque potuto trarre qualcosa dal lavoro svolto per elaborare la
nuova Raccomandazione?
Il confronto dei dati svizzeri ha di nuovo dimostrato che come distributori siamo tutti nella stessa barca, indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda. La discussione sulla necessaria gestione dei dati e la loro interpretazione per garantire una buona gestione aziendale ha nuovamente posto in primo piano le questioni dell’efficienza e dell’efficacia.
Joachim Lenzner ha conseguito il dottorato in ingegneria chimica al Politecnico federale di Zurigo. Dal 2005 è responsabile del settore Produzione dell’Azienda acqua potabile di Zurigo, che spazia dai processi di raccolta e trattamento dell’acqua fino al suo accumulo nel serbatoio. Oltre allo smaltimento e alla manutenzione, la produzione comprende anche i settori di progettazione per l’edilizia, l’elettrotecnica e l’ingegneria dei processi.
Kommentare (0)